Coronavirus, il governo pensa ai test rapidi nelle scuole in caso di contagio. Risultati positivi dalla fase di sperimentazione avviata in porti e aeroporti.
Il governo, insieme con gli esperti, continua a ragionare sulla scuola e sulla reazione di fronte a un caso di coronavirus. Messe a punto le regole per ripartire in sicurezza, ora si deve decidere come ripartire nel caso in cui in un istituto venga registrato un contagio. Scenario non impossibile, anzi.
La fase di sperimentazione dei test rapidi
La soluzione al vaglio del governo è quella dei test rapidi, che dovrebbero ottenere il via libera da parte del ministro della Salute Roberto Speranza entro la fine del mese di settembre.
I test rapidi nel nostro Paese sono in fase di sperimentazione. Vengono utilizzati nei porti e negli aeroporti, e dalla fase di test sono arrivati risultati considerati positivi dagli esperti.
Se si dovesse procedere con il definitivo via libera, come sembra, i test rapidi potrebbero essere l’arma in più per salvare l’anno scolastico e portarlo a termine in sicurezza.
Coronavirus, test rapidi nelle scuole in caso di contagio
Di fatto la strategia sarebbe più o meno la seguente. Nel caso in cui venga rintracciato un soggetto positivo, compagni di classe e docenti sarebbero sottoposti al test rapido. Questo eviterebbe la chiusura a priori della classe, ma darebbe una risposta precisa sulla diffusione. Per i soggetti con test rapido positivo scatterebbe poi il tampone.
Come funziona
Ma come funziona il test rapido? Di fatto il tampone rileva la presenza del coronavirus (e quindi l’eventuale positività al Covid) attraverso le proteine antigene. Per i risultati non c’è bisogno di apparecchiature e processi in laboratorio. Si tratta della via più rapida per avere una risposta e poter quindi tracciare un quadro epidemiologico. La fase di test serve a capire quanto sia accurata questa risposta rapida.
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